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Fotografia Cinematografica

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1Fotografia Cinematografica Empty Fotografia Cinematografica Mar Nov 03, 2009 11:50 pm

Manuel Palma

Manuel Palma

La fotografia cinematografica quale estetica dell'immagine

Nel cinema d'autore, il cineasta unico responsabile del processo filmico non di rado firma, oltre alla regia, anche altri incarichi cardine del ciclo produttivo, importanti sia dal punto di vista tecnico che artistico: la produzione ma anche il soggetto, la sceneggiatura, il montaggio, in alcuni casi la musica (Charlie Chaplin e John Carpenter ad esempio) e addirittura l'interpretazione quale protagonista (ancora Charlie Chaplin e Orson Welles soltanto a citarne due!). Il regista autore unico non è poi tanto una rarità, basta che possieda pregevoli capacità espressive e buon potere contrattuale presso i produttori ed ecco che potrà seguire personalmente tutto il ciclo di lavorazione e nelle sue singole sfaccettature, fino al montaggio finale, il director's cut.

Ma se c'è un incarico che di solito non assume personalmente è la fotografia; il responsabile di essa, il direttore della fotografia, è spesso il suo collaboratore più importante, il suo braccio destro. Sostiene Vittorio Storaro tra i più importanti in questa professione e vincitore di tre premi Oscar: "L'autore della fotografia esprime una creatività del tutto personale, che certo si concilia a un'orchestrazione più ampia diretta dal regista, ma che si specifica e connota proprio a partire dalla capacità di un autore d'imprimere nell'opera un tratto del tutto personale ed ideativo" e continua ancora,"Chi decide la composizione dell'immagine? Certo lo spazio è deciso dal regista, certo lo spazio è riempito da quel numero di coautori, come lo scenografo, il costumista, il montatore, l'attore, eccetera, ma chi dà il modo di vedere, credo sia essenzialmente colui che in questo momento chiamiamo direttore della fotografia".Per Federico Fellini "Il film si scrive con la luce" e se lo stile di un autentico cineasta si esprime con la luce, la fotografia di un film allora è la regia della luce!

Il direttore della fotografia è un tecnico altamente specializzato e dotato allo stesso tempo di capacità espressive e qualità artistiche; è nel modo in cui realizza la fotografia che si caratterizza quale artista. Il regista può seguire in prima persona la fotografia usufruendo del responsabile di quest'ultima come tecnico sul campo, oppure la delega completamente ad un direttore esperto e originale che ha una certa autonomia e che con il regista si confronta durante la preparazione del film per pianificare il taglio dell'immagine che si vuole ottenere. Quindi la luce di un film dipende genericamente dal regista ma in via specifica è compito del direttore della fotografia, conosciuto anche come autore della fotografia o operatore capo. Per Abel Gance: "Il Cinema è la musica della luce"; con la fotografia si dà senso e rilievo agli spazi, in altezza, in larghezza, e nella profondità attraverso giochi di luci e ombre conferendo l'atmosfera a tutta l'opera; ma la fotografia è anche tutto ciò che concerne l'immagine e la composizione dell'inquadratura. Per Louis Delluc: "Il Cinema è pittura in movimento".

Il direttore della fotografia ricopre fondamentalmente tre incarichi: illuminare, inquadrare e impostare l'apertura dell'obiettivo ovvero il diaframma (definisce la quantità di luce che va ad impressionarsi sulla pellicola); è responsabile dell'immagine e per essa dell'illuminazione della scena e non solo con gli impianti luce veri e propri, le lampade per intenderci, ma sceglie anche la pellicola e per essa l'obiettivo, la sua apertura e i filtri; inoltre dirige gli operatori, gli assistenti, i macchinisti e gli elettricisti, collabora strettamente con lo scenografo, l'arredatore e il costumista.

Inquadrare è una questione non solo tecnica ma anche artistica; inquadrare significa definire i limiti spaziali di ciò che viene ripreso. Le inquadrature possono essere soggettive, quando cioè la macchina da presa vede attraverso gli occhi di un personaggio della scena, e oggettive quando la macchina vede ciò che accade da un punto esterno ad essa. Le inquadrature inoltre vengono classificate per convenzione in relazione ad una figura umana in piani, quando si filma un personaggio ben presente sulla scena, primissimo piano, primo piano, piano medio, piano americano e figura intera, e in campi, quando la figura umana nell'inquadratura è un elemento secondario, campo totale, campo medio, campo lungo e campo lunghissimo; ricordiamo per ultimi il fuoricampo ed il dettaglio.

Inquadrature straordinarie e toccanti, tramonti commoventi, albe suggestive e panoramiche pittoresche, sono frutto della collaborazione tecnico-artistica tra regista, direttore della fotografia e scenografo in percentuali diverse a seconda dei casi. L'uso della luce è strumento espressivo cardine nella cinematografia. È possibile illuminare un soggetto in cinque modi diversi: frontalmente, lateralmente, dall'alto, dal basso e da dietro (controluce) e in tutte le loro combinazioni, fino alla luce diffusa che illumina le zone oscure ammorbidendo le ombre. Frontalmente il soggetto viene schiacciato verso il fondo e in controluce ne risulta fortemente in rilievo. Con luce laterale invece si mettono in evidenza le superfici e la loro natura nello spazio. Naturalmente illuminando la scena in modo diverso avremo una grande varietà di forme artistiche: si potrà avere una fotografia «impegnativa» e quindi fortemente espressiva e personale oppure «trasparente» cioè inespressiva e a totale servizio della narrazione, (così come accade nel corrispettivo montaggio trasparente). La luce può essere normale o filtrata, naturale o artificiale; quest'ultima permette maggiori possibilità espressive.

La luce modella dando espressione ai volumi e per questo è fondamentale nei suoi aspetti tecnico-artistici. Per Vsevolod I. Pudovkin, "Un attore non illuminato non esiste nella macchina da presa".


I direttori della fotografia: registi della luce
Di alcune opere straordinarie, non soltanto innovative e rivoluzionarie, ma che nel bene o nel male hanno fatto la storia del cinema, si ricorda solitamente solo il regista; è bene invece ricordare per quanto già detto anche i direttori della fotografia tra i quali segnaliamo gli insigniti con gli Academy Award (Oscar) e le Nominations alla Fotografia. L'Oscar, assegnato ogni anno dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (Associazione Americana dei Produttori e Cineasti), è l'unico premio che viene assegnato alle singole fasi della lavorazione; le Nominations sono ancora più significative perché attribuite dagli addetti ai lavori cioè, nel caso della fotografia, da direttori della fotografia. Un altro premio importante, e dedicato esclusivamente alla fotografia, è quello assegnato dall'ASC American Society of Cinematographers, la prestigiosa associazione dei direttori della fotografia americani; gli appartenenti ad essa, nei titoli di testa del film, fanno seguire al loro nome la sigla A.S.C. orgogliosi di esserne soci. Nell'elenco che segue ricordiamo che i premi si riferiscono tutti alla direzione fotografica nella sua specificità, mentre sono stati volutamente tralasciati tutti gli altri riconoscimenti; citiamo infine il nome del regista, l'autore del film.

Tra i grandi maestri dell'scuola italiana, frutto dell'esperienza del neorealismo, e non seconda a nessuno, è d'obbligo ricordare almeno i seguenti: Vittorio Storaro con "L'ultimo imperatore" premiato con l'Oscar alla Fotografia, "Ultimo tango a Parigi" e "Il conformista" diretti da Bernardo Bertolucci, "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola e "Reds" di Warren Beatty, entrambi Oscar alla Fotografia e "Dick Tracy" di Warren Beatty, Nomination all'Oscar sempre per la Fotografia. Aldo Graziati conosciuto anche come G.R. Aldo o Aldò, morto prematuramente in un incidente stradale durante le riprese di "Senso" di Luchino Visconti e sostituito alla direzione fotografica da Giuseppe Rotunno e Robert Krasker, ha firmato la fotografia di memorabili lavori tra cui "Umberto D" di Vittorio De Sica e "Othello" di Orson Welles. Giuseppe Rotunno nel 1966 è stato il primo direttore della fotografia non americano ad essere ammesso all'ASC; la stessa associazione gli ha conferito il Premio International alla carriera nel 1999. Delle sue direzioni fotografiche ricordiamo "La città delle donne" e "Amarcord" di Federico Fellini, "All That Jazz-Lo spettacolo continua", Nomination, di Bob Fosse, "La Bibbia" di John Huston, "Il Gattopardo", "Rocco e i suoi fratelli" e "Senso" (insieme a Robert Krasker) di Luchino Visconti. Nel 1987 è tra i primi a lavorare per il formato tv alta definizione HDTV con il film "Julia and Julia". Tonino Delli Colli è autore della fotografia de: "La voce della luna" di Federico Fellini, "Il nome della rosa" di Jean-Jacques Annaud, "C'era una volta in America" e "C'era una volta il West" di Sergio Leone, "Uccellacci e uccellini", "Il vangelo secondo Matteo", "Mamma Roma" e "Accattone" di Pier Paolo Pasolini, "La vita è bella" di Roberto Benigni ma anche del primo film a colori italiano "Totò a colori" di Steno. Per Carlo Di Palma è doveroso ricordare "Identificazione di una donna", "Blow-up" e "Deserto rosso" di Michelangelo Antonioni, "Tragedia di un uomo ridicolo" di Bernardo Bertolucci e gran parte dei film di Woody Allen, e ancora "Divorzio all'italiana" di Pietro Germi, "L'armata Brancaleone" di Mario Monicelli, "Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca" di Ettore Scola.

Importantissimo il contributo all'affermazione della fotografia italiana nel mondo di Gianni Di Venanzo che secondo Michelangelo Antonioni "Aveva innato il senso della illuminazione" e che per Francesco Rosi "È stato uno dei più grandi operatori che ci siano mai stati. La sua personalità, la sua possibilità di rendere umano e vivo un ambiente erano notevolissime, aveva il gusto di correre sempre il rischio di sbagliare...", "Gianni non si tirava mani indietro. Molte volte gli operatori hanno il terrore di rischiare. Gianni lavorava sempre sul rischio!". Ricordiamo i suoi lavori più significativi: "Otto e mezzo" e "Giulietta degli spiriti" di Federico Fellini, "L'eclisse" e "La notte" di Michelangelo Antonioni, "I soliti ignoti" di Mario Monicelli e "Salvatore Giuliano" di Francesco Rosi; ricorda Carlo Di Palma:"Io sono stato proprio l'allievo di Gianni Di Venanzo, il mio grande maestro, cui devo tutto quello che so fare".

Otello Martelli tra i più rappresentativi maestri italiani ha firmato la fotografia di "La dolce vita", "La strada" e "I vitelloni" di Federico Fellini, "Paisà" di Roberto Rossellini. Per Pasqualino De Santis ricordiamo "Romeo e Giulietta" di Franco Zeffirelli, Oscar, e "Morte a Venezia" di Luchino Visconti. Infine Dante Spinotti che con "Heat-La sfida", "The Insider" di Michael Mann e "L.A. Confidential" di Curtis Hanson, ha collezionato ben tre Nominations senza vincere neanche un Oscar. A tutt'oggi gli unici italiani premiati con l'Oscar sono stati Storaro con tre statuette e De Santis con una.


In campo internazionale ricordiamo l'americano Gregg Toland responsabile per le straordinarie luci e immagini di "Quarto potere (Citizen Kane)" di Orson Welles; ricordato da Hollywood clamorosamente soltanto con la Nomination. "Quarto potere" è un'opera innovativa e rivoluzionaria anche e soprattutto per l'avanguardistico lavoro di Toland che ha lavorato anche per un altro film cardine della storia del cinema: "Furore" di John Ford; ricordiamo inoltre "La voce nella tempesta" conosciuto anche come "Cime Tempestose" di William Wyler, premiato con l'Oscar, e altre quattro memorabili opere che hanno ottenuto tutte la Nomination: "I miserabili" di Raymond Bernard, "Intermezzo" di Gregory Ratoff, "Strada sbarrata" di William Wyler e "Viaggio senza fine-Lungo viaggio di ritorno" di John Ford.

Jack Cardiff, inglese, premio International ASC nel 1994, non è solo uno straordinario autore della fotografia ma anche un cineasta di valore. Ricordandolo per la fotografia è doveroso citare "Scala al Paradiso" di Michael Powell in cui il mondo reale è girato a colori ed il paradiso in bianco e nero, nonostante al regista avesse dichiarato di voler fare l'esatto contrario: "Io penso che il Paradiso sia a colori, e la terra in bianco e nero", pellicola piena di invenzioni visive diretta dalla coppia Michael Powell, Emeric Pressburger. Per la regia di Alfred Hitchcock invece, Cardiff ha illuminato "Il peccato di Lady Considine" e "Nodo alla gola" che si caratterizza per uno straordinario piano sequenza girato in una casa con quindici stanze, per cui la fotografia ha dovuto uniformare ben cinquecento inquadrature senza stacchi; Cardiff ha inoltre lavorato per alcuni dei film inglesi più costosi come "Cesare e Cleopatra" di Gabriel Pascal, "Narciso nero", premio Oscar di Michael Powell e Emeric Pressburger, "I Vichinghi" di Richard Fleischer con una decisamente credibile fotografia in Technirama, "Fanny" di Joshua Logan e "Guerra e pace" di King Vidor, entrambi Nominations.

L'americano Leon Shamroy è in assoluto tra i registi della luce più premiati: "Il pianeta delle scimmie" di Franklyn J. Schaffner, e "Cleopatra" di Joseph Leo Mankiewicz, dalle scenografie straordinariamente grandiose, premio Oscar per questo kolossal che ha fatto quasi fallire la Fox. Nello stesso anno Shamroy ha avuto anche una Nomination per "The Cardinal" di Otto Preminger. "La tunica" del 1953, regia di Henry Koster, Nomination, è il primo film fotografato in Cinemascope; "Femmina folle" diretto da John M. Stahl, premio Oscar alla straordinaria fotografia, "Il cigno nero" regia di Henry King ancora Oscar, più svariate altre Nominations.

Robert Surtees basterebbe ricordarlo per la sola direzione fotografica di "Ben Hur" di William Wyler premiato con l'Oscar; ma ha anche firmato "Le miniere di re Salomone" di Compton Bennett, "Il bruto e la bella" di Vincente Minnelli, entrambi Oscar, e "Quo Vadis?" di Mervyn LeRoy. Un'incredibile serie di Nominations sono il segno del rispetto che si è meritato tra i colleghi per lavori come "Oklahoma!" di Fred Zinnemann, primo film in Todd-AO, "Gli ammutinati del Bounty" di Lewis Milestone, "Il laureato" di Mike Nichols, "Il favoloso dottor Dolittle" di Richard Fleischer, "Quell'estate del '42" di Robert Mulligan, "L'ultimo spettacolo" di Peter Bogdanovich, "La stangata" di George Roy Hill, "Hindenburg" di Robert Wise, "È nata una stella" di Frank Pierson, "Due vite, una svolta", di Herbert Ross e "Lo stesso giorno, il prossimo anno" di Robert Mulligan.

L'inglese John Alcott è direttore della fotografia e premio Oscar per: "Barry Lyndon", straordinario lavoro dove tutti gli interni sono stati ripresi soltanto a lume di candela, ma anche "Arancia meccanica", "2001 Odissea nello spazio" e "Shining", tutti diretti da Stanley Kubrick.

Per John Toll ricordiamo le direzioni fotografiche di pochi ma magnifici film: "La sottile linea rossa" di Terrence Malick, Nomination e premio Outstanding dell'ASC, "Braveheart-Cuore impavido" di Mel Gibson, premio Oscar e Outstanding ASC, "L'uomo della pioggia" di Francis Ford Coppola, e "Vento di passioni", Oscar, di Edward Zwick.

Del polacco Janusz Kaminski ricordiamo "La lista di Schindler" e "Salvate il soldato Ryan" ambedue Oscar e "Amistad", Nomination, tutti diretti da Steven Spielberg.

Menzione particolare per il veterano Freddie Francis, inglese, premio International ASC nel 1998, "Figli e amanti" di Jack Cardiff e "Glory-Uomini di gloria" di Edward Zwick, entrambi premiati con l'Oscar, "The Elephant Man" di David Lynch e la sua una straordinaria fotografia in bianco e nero, "Dune" ancora diretto da Lynch e "Cape Fear-Il promontorio della paura" di Martin Scorsese.

Famosissimi due film fotografati dall'ungherese Làszló Kovács: "Easy Rider-Libertà e Paura" di Dennis Hopper e "Paper Moon (Luna di carta)" di Peter Bogdanovich con una superlativa fotografia in bianco e nero, ma anche "Nikita-Spie senza volto" di Richard Benjamin.

Così come sono famosissimi anche i film fotografati dall'inglese Freddie Young, premio International ASC nel 1993: "Il Dottor Zivago" e "Lawrence d'Arabia" girato in 70 mm, entrambi diretti da David Lean e premiati entrambi con l'Oscar, "La figlia di Ryan" di David Lean, ancora premio Oscar, infine "Nicola e Alessandra" di Franklin J. Schaffner e "Ivanhoe" di Richard Thorpe, tutti e due Nominations.

Alcune tra le opere più ermetiche di Jean-Luc Godard sono state fotografate magnificamente dal francese Raoul Coutard, premio International ASC nel 1997; ricordiamo allora "Fino all'ultimo respiro", "Prénom Carmen", "Il disprezzo", "Les carabiniers", "Le Petit soldat", "La donna è donna", "Bande à part" di Jean-Luc Godard, più "La confessione" di Constantin Costa-Gravas.

Straordinarie le immagini di Gabriel Figueroa, messicano, premio International ASC nel 1995, di cui ricordiamo "La perla" di Emilio Fernández, "La notte dell'iguana" di John Huston, Nomination, "L'angelo sterminatore" e "Intolleranza: Simon del deserto" di Luis Buñuel.

Per il francese Claude Renoir solo "Il fiume" di Jean Renoir, zio di Claude, basta per annoverarlo tra i grandi maestri.

Tra gli autori della fotografia più autorevoli c'è l'australiano Robert Krasker che ha firmato parecchie opere importanti come "Il terzo uomo", Oscar e "Un buon prezzo per morire" di Carol Reed, "La caduta dell'impero romano" e "El Cid" di Anthony Mann, "Alessandro il Grande" di Robert Rossen, "Giulietta e Romeo" di Renato Castellani e "Senso" di Luchino Visconti, per il quale Krasker ha sostituito insieme a Rotunno, G.R. Aldo morto durante le riprese.

Il francese, Henri Alékan, premio International ASC nel 1996, ha fotografato stupendamente "Il cielo sopra Berlino" e "Lo stato delle cose" di Wim Wenders; "Anna Karenina" di Julien Duvivier; "Vacanze romane" di William Wyler, Nomination (co-fotografato con Franz Planer), ma soprattutto "La bella e la bestia" di Jean Cocteau e "Operazione Apfelkern" di René Clément.

Impossibile non ricordare le stupende immagini di Gordon Willis, premio Lifetime ASC nel 1995, di "Zelig" di Woody Allen e "Il padrino parte III" di Francis Ford Coppola, entrambi ricordati con la Nominations. Ma Willis è anche l'autore dei primi due episodi de "Il padrino", di "Interiors" e del superlativo bianco e nero di "Manhattan" entrambi di Woody Allen.

Néstor Almendros, spagnolo, lo si potrebbe venerare per il solo "I giorni del cielo" di Terrence Malick, premio Oscar alla straordinaria fotografia in 70 mm, ma è doveroso menzionare alcuni altri lavori, "La scelta di Sophie" di Alan J. Pakula, "Laguna blu" di Randal Kleiser, "Kramer contro Kramer" di Rober Benton, tutti e tre Nominations.

Lo svedese Sven Nykvist ha illuminato opere classiche come "Fanny e Alexander" e "Sussurri e grida" di Ingmar Bergman, entrambi Oscar, "Sacrificio" di Andrej Tarkovskij, ultimo film del maestro russo, ma anche "L'insostenibile leggerezza dell'essere", Nomination, di Philip Kaufman, "Charlot (Chaplin)" di Richard Attembrought, "Celebrity" di Woody Allen, "Luna nera" di Louis Malle, ha ricevuto inoltre diversi riconoscimenti dall'ASC tra cui il premio Lifetime nel 1996.

Curriculum di grande rispetto per Vilmos Zsigmond, ungherese, autore delle straordinarie immagini de "I cancelli del cielo" e "Il cacciatore" di Michael Cimino, entrambi Nominations, "Il fiume dell'ira" di Mark Rydell, ancora Nomination, "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Steven Spielberg, premio Oscar, "Un tranquillo week-end di paura" di John Boorman e "Blow out" di Brian De Palma; nel 1999 ha ricevuto il prestigioso premio Lifetime dell'ASC.

Una lunga serie di Nominations anche per lo jugoslavo Ernest Laszlo: "La fuga di Logan" di Michael Anderson; "Viaggio allucinante" di Richard Fleischer; "Vincitori e vinti" e "... e l'uomo creò Satana" di Stanley Kramer, "Airport" di George Seaton; ancora una Nomination per "Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo" di Stanley Kramer girato in Cinerama e per ultimo il premio Oscar per "La nave dei folli" ancora di Stanley Kramer.

Di John Seale, australiano, ricordiamo l'Oscar per "Il paziente inglese" di Anthony Minghella e le due Nominations per "Rain man-L'uomo della pioggia" di Barry Lavinson, "Witness-Il testimone" di Peter Weir.

Il motto del grande James Wong Howe, cinese, è "Penso di aver fatto un buon lavoro quando non si vede". Due Oscar, per "Hud il selvaggio" di Martin Ritt e "La rosa tatuata" di Daniel Mann; ben otto Nominations: "Funny Lady" di Herbert Ross, "Operazione diabolica" di John Frankenheimer, "Il vecchio e il mare" di John Sturges, "Arcipelago il fiamme" di Howard Hawks, co-fotografato con altri due colleghi, "Fuoco a oriente" di Lewis Milestoner, "Delitti senza castigo" di Sam Wood, "Abramo Lincoln" di John Cromwell, "Un'americana nella casbah" di John Cromwell, inoltre "Picnic" di Joshua Logan e "L'uomo ombra" di W.S. Van Dyke II.

L'inglese Roger Deakins ha firmato pregevoli pellicole: "Kundun" di Martin Scorsese e "Fargo" di Joel ed Ethan Coel entrambi Nominations, "Le ali della libertà", Nomination e premio Outstanding dell'ASC, di Frank Darabont, "Dead Man Walking-Condannato a morte" di Tim Robbins, "Homicide" di David Mamet, "Il grande Lebowski" di Joel ed Ethan Coel, "Barton Fink-È successo a Hollywood" di Joel Coen.

Nonostante sia fra i meno premiati e nominati ad Hollywood tra i direttori della fotografia, il tedesco Michael Ballhaus ha contribuito non poco all'evoluzione delle immagini; non a caso è grande collaboratore di Martin Scorsese per il quale ha fotografato: "Fuori orario", "Quei bravi ragazzi", "Il colore dei soldi", "L'ultima tentazione di Cristo" e "L'età dell'innocenza". Ricordiamo anche "Dracula di Bram Stoker" di Francis Ford Coppola e "Cartoline dall'inferno" di Mike Nichols; solo due riconoscimenti con le Nominations per "I favolosi Baker" di Steve Kloves e "Dentro la notizia-Broadcast News" di James L. Brooks.

Il poliedrico francese Chris Marker, produttore sceneggiatore, regista, montatore e naturalmente direttore della fotografia, va ricordato almeno per "Le Joli mai", "Sans soleil" e "Le tombeau d'Alexandre" naturalmente diretti tutti personalmente. Peter Deming ha ottenuto risultati straordinari per "Strade perdute" di David Lynch ma è doveroso segnalare "La musica del cuore" e "Scream 2" di Wes Craven, e "La Casa 2" di Sam Raimi.

La fotografia di Malik Hassan Sayeed è conosciuta soprattutto per i film di Spike Lee "Clockers", "He Got Game" e "Girl 6-Sesso in linea".

Super premiato e super valutato l'americano Conrad L. Hall nel 1994 Premio Lifetime (alla carriera) dell'ASC, ricordiamolo per l'Oscar di "American Beauty" nonché premio Outstanding dell'ASC, di Sam Mendes, "Butch Cassidy" anch'esso premiato con l'Oscar di George Roy Hill; "Nick mano fredda" di Stuart Rosemberg e "Il maratoneta" di John Schlesinger. Ma anche tante Nominations: "A Civil Action" e "Il giorno della locusta" di John Schlesinger, "A sangue freddo" e "I professionisti" di Richard Brooks, "I Morituri" di Bernhard Wicki, infine "Sotto scacco (In cerca di Bobby Fischer)" di Steven Zaillian e "Tequila Connection" di Robert Towne, entrambi Nominations e premio Outstanding dell'ASC.

Il lavoro del messicano Emmanuel Lubezki va menzionato per "Il mistero di Sleepy Hollow", Nomination, di Tim Burton, "La piccola principessa", Nomination 1995, di Alfonso Cuarón, "Ámbar" 1997 di Luis Estrada, "Miroslava" 1993 di Alejandro Pelayo, "Piume di struzzo" di Mike Nichols e "Il profumo del mosto selvatico" di Alfonso Arau.

Per il portoghese Eduardo Serra la Nomination è per "Le ali dell'amore" di Iain Softley, ma anche "Jude" di Michael Winterbottom, "Al di là dei sogni" e "Avik e Albertine", entrambi di Vincent Ward e degni di nota quanto a fotografia.

William A. Fraker, premio Lifetime ASC nel 2000, è americano e ha fotografato film conosciutissimi come "Rosemary's Baby-Nastro rosso a New York" di Roman Polanski, "Qualcuno volo sul nido del cuculo" di Milos Forman, "Bullitt" di Peter Yates, "Tombstone" di George Pan Cosmatos, "Avventure di un uomo invisibile" di John Carpenter, più le Nominations per "Il paradiso può attendere" di Warren Beatty, "1941: Allarme a Hollywood" di Steven Spielberg, "Wargames-giochi di guerra" di John Badham, "L'amore di Murphy" di Martin Ritt e "In cerca di Mr. Goodbar" di Richard Brooks.

Ricordiamo l'opera di Philippe Rousselot con "In mezzo scorre il fiume", premio Oscar e Outstanding ASC, di Robert Redford, "Henry & June" di Philip Kaufman e "Anni '40" di John Boorman entrambi Nominations, più "Larry Flynt-Oltre lo scandalo" di Milos Forman, "Intervista col vampiro-Cronache di vampiri" di Neil Jordan, "La Regina Margot" di Patrice Chéreau, "L'orso" di Jean-Jacques Annaud, "Diva" di Jean-Jacques Beineix e "Le relazioni pericolose" di Stephen Frears.

Robert Richardson ha stupito con la stupenda fotografia di "Casinò" di Martin Scorsese, ma è doveroso ricordare l'Oscar per "JFK-Un caso ancora aperto", di Oliver Stone, le tre Nominations per "Nato il quattro luglio", "Platoon" di Oliver Stone, e "La neve cade sui cedri" di Scott Hicks, ma anche "Al di là della vita" di Martin Scorsese e ben altre otto pellicole tutte di Oliver Stone: "Salvador", "Tra cielo e terra", "UTurn-Inversione di marcia", "Assassini nati-Natural Born Killers", "Talk Radio", "Gli Intrighi del potere-Nixon", "The Doors", "Wall Street".

Anche per Tak Fujimoto ricordiamo alcuni straordinari lavori sia per la critica che per il botteghino: "La rabbia giovane" di Terrence Malick, "Philadelphia" e "Il silenzio degli innocenti", sono alcuni tra i parecchi film di Jonathan Demme di cui ha curato le luci.

L'americano Victor J. Kemper, premio Lifetime ASC nel 1998, pur essendo poco conosciuto in Italia, ha comunque fotografato oltre cinquanta film tra cui ricordiamo "Quel pomeriggio di un giorno da cani" di Sydney Lumet, "Pee-wee Big Adventure" di Tim Burton, "Coma profondo" di Michael Crichton, "Promessa è una promessa" di Brian Levant, "Il candidato" di Michael Ritchie, "Le strade della paura" di Eric Red e "Signori, il delitto è servito" di Jonathan Lynn.

Owen Roizman americano, premio Lifetime 1997, va ricordato almeno per "I tre giorni del Condor" di Sydney Pollack, e le cinque Nominations per i straordinari "Quinto potere" di Sidney Lumet, "Il braccio violento della legge" e "L'esorcista" di William Friedkin, "Wyatt Earp" di Lawrence Kasdan e "Tootsie" di Sydney Pollack.

L'americano Haskell Wexler premio Lifetime ASC nel 1993, è premio Outstanding ASC e Nomination per "Scandalo Blaze" di Ron Sheldon, ma lo ricordiamo anche per "Questa terra è la mia terra" di Hal Ashby e "Chi ha paura di Virginia Woolf?" di Mike Nichols entrambi premiati con l'Oscar, le due Nominations per "Qualcuno volò sul nido del cuculo" (fotografia firmata in coppia con Bill Butler) di Milos Forman e "Matewan" di John Sayles, ma anche "La calda notte dell'ispettore Tibbs" di Norman Jewinson, "I giorni del cielo" di Terrence Malick, infine lo ricordiamo per la superba fotografia de "Il segreto dell'isola di Roan" di John Sayles.

Allen Daviau premio Outstanding ASC e Nomination per "Bugsy" di Barry Levinson, "L'impero del sole" di Steven Spielberg, più le tre Nominations per "Avalon" di Barry Levinson, "Il colore viola", e "E.T. l'extra-terrestre" di Steven Spielberg.

Dean Semler va menzionato assolutamente per i premi Outstanding ASC e Oscar per "Balla coi lupi" di Kevin Costner oltre che "Razorback-Oltre l'urlo del demonio" di Russell Mulcahy, "Ore 10: calma piatta" di Phillip Noyce, "Last Action Hero-L'ultimo grande eroe" di John McTiernan, "Interceptor, il guerriero della strada" di George Miller, "Mad Max oltre la sfera del tuono" di George Miller e George Ogilvie, e per ultimo la stupenda fotografia del costoso "Waterworld" di Kevin Reynolds.

Miroslav Ondrícek, cecoslovacco, è diventato famoso per aver fotografato quattro tra i film più conosciuti di Milos Forman, rispettivamente: "Amadeus" e "Ragtime" entrambi Nominations, e "Valmont" e "Hair", ma ricordiamo anche "Risvegli" di Penny Marshall, "F/X-Effetto mortale" di Robert Mandel e per finire "Silkwood" di Mike Nichols.

Philip H. Lathrop, premio Lifetime ASC nel 1992, è altresì importante per le due Nominations di "Terremoto" di Mark Robson, uno dei capostipiti dei film catastrofici, e "Tempo di guerra, tempo d'amore" di Arthur Hiller, ma ha curato le immagini anche per "Dovevi essere morta" di Wes Craven, "Hammett-Indagine a Chinatown", di Wim Wenders, "Driver l'imprendibile" di Walter Hill, "Senza un attimo di tregua" di John Boorman, più gran parte dei film della serie "Airport".

Americano, Charles Lang, è stato insignito del premio Lifetime ASC nel 1991 e del premio Oscar per "Addio alle armi" di Frank Borzage. Lang è stato segnalato dall'Academy con ben diciassette Nominations all'Oscar per film che riportiamo qui di seguito, segno che le sue immagini hanno lasciato un segno indelebile lungo tutta la storia del cinema: "Le farfalle sono libere" di Milton Katselas, "Bob & Carol & Ted & Alice" di Paul Mazursky, "I due volti della vendetta" di Marlon Brando, "Un adulterio difficile" di Melvin Frank, "Tavole separate" di Delbert Mann, "Ape regina" di Ranald MacDougall, "So che mi ucciderai" di David Miller, "Il fantasma e la signora Muir" di Joseph L. Mankiewicz, "La casa sulla scogliera" di Lewis Allen, "Sorelle in armi" di Mark Sandrich, "Inferno nel deserto" di Henry Hathaway, "Arrivederci in Francia" di Mitchell Leisen, "The Right to Love" di Richard Wallace. Sua è anche la regia della luce di quello straordinario successo che è "A qualcuno piace caldo" di Billy Wilder nonché "Sabrina" e "Scandalo internazionale" dello stesso Wilder, facenti già parte del lunghissimo elenco delle Nominations che comprende: "La conquista del West" diretto da Henry Hathaway, John Ford e George Marshall. Per questo film Lang è autore delle immagini insieme a tre colleghi: girato in Cinerama sono stati impiegati contemporaneamente tre registi e tre direttori della fotografia; e non è finita qui, è doveroso ricordare anche "Come rubare un milione di dollari e vivere felici" di William Wyler, i classici "I magnifici sette" e "Sfida all'O.K. Corral" entrambi diretti da John Sturges, "Il mago della pioggia" di Joseph Anthony ed infine lo straordinario "L'uomo di Laramie" di Anthony Mann.

Stanley Cortez americano, premio Lifetime ASC nel 1990, ha firmato le immagini per l'importante "Da quando te ne andasti", Nomination, di John Cromwell (co-fotografato con Lee Garmes), il fondamentale "L'orgoglio degli Amberson", Nomination, di Orson Welles, e il capolavoro "La morte corre sul fiume" di Charles Laughton.

L'americano George J. Folsey è stato insignito del premio Lifetime ASC nel 1988. Come Charles Lang ha ricevuto sempre grande considerazione dagli addetti ai lavori e le ben tredici Nominations all'Oscar, che riportiamo di seguito, la dicono lunga sull'influenza che ha esercitato: "Il balcone" di Joseph Strick, "La sete del potere" di Robert Wise, "Sette spose per sette fratelli" di Stanley Donen, "I fratelli senza paura" di Richard Thorpe, "La ninfa degli antipodi" di Mervyn LeRoy, "Il delfino verde" e "Anni verdi" di Victor Saville, "Le bianche scogliere di Dover" e "Troppo amata" di Clarence Brown, "Incontriamoci a Saint Louis" di Vincente Minelli, "La parata delle stelle" di George Sidney, "L'agente N. 13" di Richard Boleslawski e "Notturno viennese" di Sidney Franklin.

Joseph F. Biroc, americano, premio Lifetime ASC nel 1989, premio Oscar insieme a Fred J. Koenekamp per "L'inferno di cristallo" di John Guillermin, "Piano... piano, dolce Carlotta", Nomination, di Robert Aldrich, "L'inferno sommerso" di Irwin Allen, "Quella sporca ultima meta" di Robert Aldrich e "Superman" di Richard Donner.

L'americano Jordan Cronenweth è conosciuto per essere stato il responsabile per le immagini del rivoluzionario "Blade Runner" di Ridley Scott, ma lo ricordiamo anche per il film-concerto sui Talking Heads "Stop Making Sense" di Jonathan Demme, "Stati di allucinazione" di Ken Russell e "Peggy Sue si è sposata" di Francis Ford Coppola, premio Outstanding ASC e Nomination all'Oscar.

Oswald Morris, inglese, premio International ASC nel 1999 si è imposto al grade pubblico per l'Oscar de "Il violinista sul tetto" di Norman Jewinson ma ha anche firmato la fotografia per altri pregevoli lavori: "I'm magic", Nomination, di Sidney Lumet, il super premiato "Oliver!", Nomination, di Carol Reed, "L'uomo che volle farsi re" di John Huston, "Gli insospettabili" di Joseph L. Mankiewicz, "La spia che venne dal freddo" di Martin Ritt, "La collina del disonore" di Sidney Lumet, il drammone "Frenesia del piacere" di Jack Clayton, "La bisbetica domata" di Franco Zeffirelli, "Lolita" di Stanley Kubrick, "I cannoni di Navarone" di J. Lee Thompson, "Moulin Rouge" e "Moby Dick, la balena bianca" di John Huston.

Tre pellicole importanti sono state fotografate da Arthur Edeson: "Il mistero del falco" di John Huston, "Frankenstein" di James Whale e "Casablanca", Nomination, di Michael Curtiz.

Per finire ricordiamo Gilbert Taylor per "Guerre Stellari" di George Lucas, Russell Carpenter premio Oscar per "Titanic" di James Cameron, e Lee Garmes, Ernest Haller e Ray Rennahan per "Via col vento", premio Oscar, di Victor Fleming, Sam Wood e George Cukor.


fonte: http://www.1aait.com/larovere/fotograf.htm

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